Narcisi

Protesi alla luce
ascoltiamo le movenze dell’acqua
il suo rimarcare che a lei dobbiamo l’essere nati
e quell’incontro, seppur tardivo
dal quale ci iniziammo
alle carezze, l’un per l’altra
e sguardi di placenta.

Il primo bacio

Del primo bacio ricordo l’alimentarmi in bolla
d’aria sapone o qualsiasi sostanza
sapesse farsi sfera verso il cielo.
Quanto si può volare
quanto possa durare
è un’alchimia tra spazio e tempo
che risvegli ai miei occhi
e lemmi postulati teoremi assiomi
li mettiamo d’accordo durante la scoperta
di quanti limiti esistano a nuove geometrie.

Dal profondo

Ci sono pozzi che scendi
e l’acqua che incontri ti benedice
in ciò che non saresti mai voluto diventare.
Unghie rotte
palmi su cui si aggiungono ferite
e da fuori, monete mai lanciate
per paura di desiderarti.
Ci sono cunicoli che percorri
e l’acqua che ti viene contro ha la voce dell’inverno.
Strini
intorno al tuo cuore,
sei un fioco punto di luce
che sa il sapore delle stelle senza averle mai viste.

Soffia un vento bianco tra le grate del buio
una margherita che ti dono dal profondo
emersa insieme alle lacrime di quanto ti amo
che nelle mattine di sole si fanno rugiada.

Chiaroscuro cuore

Non c’è luna stanotte
neppure la vedi se scansi le nuvole
perché è sotto al petto
e a tempo di un’altalena mi fa respirare
il gusto di uno spicchio di arancio
il profumo di spighe sulla sua falce.
Non c’è luna, stanotte
il tempo detta che tu sia lontano
e per quei grammi di minuti in cui ci carezzammo
tutto diventa pegno, come avere una moneta buia sotto la lingua
scoprire che pure le lacrime hanno il sangue.
Nelle rare mattine, vedere che c’è la luna
mi fa ricordare che noi siamo possibili
e sappiamo stondare i chiaroscuri
in un cuore.
Sia fatta la sua involontarietà.

I tanti cocci

Coi tanti cocci
io i miei tu i tuoi
faremo un giardino, e il rosso
sarà il perchè dei fiori, il verde
sarà la vita che si risveglia
con le dita stiracchiate all’azzurro.
Coi tanti cocci ci hanno fatto sanguinare,
sotto foglie di rabbia che non cadevano mai
crescevamo curvi, non coagulavamo mai
e il cielo non c’era mai.
Coi tanti cocci
io i miei tu i tuoi, ci siamo presi tra le dita
e abbiamo stretto la parte dolce
quella che annusi subito dopo il dolore
e delle schegge è rimasta solo la luce
che buona illumina i nostri tanti cocci
in una reggia di semplicità.

La testa dall’altra parte

Credo sia notte
perchè di notte il corpo nuota nel silenzio
lasciandosi la possibilità di non avere risposte.
E’ difficile starsene a occhi aperti
disabilitati alla vita, è difficile
se penso che non ho perso l’istinto di chiuderli
quando apro la strada ai ricordi.
Giro la testa dall’altra parte
la parete prende e rimbalza il mio respiro sulle cornici di momenti felici
un muro di colori e sorrisi, così mi hanno detto
e io poco sotto, reale e lugubre, nella pelle tribale e reincarnata da tubi.
Mi state drizzando la testa
verso il mio stato di grazia, mi aprite la mano
ma il mio Stato non c’è.
Tanta strada nella testa
la musica goccia i timpani
il ghiaccio scioglie le vene
la testa dalla parte della mia ragione.

Il sole incastonato

Il cielo è immobile
come il sangue della preda che assaggia e resta impavida, nel suo istante.
Dimentico il movimento per cui sono qui
è un cinico automatismo che mi declina fragile, una grotta
dentro cui tu urli ciò che sai ma non capisci
e tutta la primavera che ti ascolta
si insinua e mi crepa di germogli.
Ho l’acqua alle orecchie
quella sensazione che ovatta e lambisce i battiti del cuore
e loro, di risposta, sobbalzano il mare di onde.
Il sole mi arriva fin dietro gli occhi
alla radice dello sguardo, e lì si incastona. Ecco il mio faro
e con una barca fatta di ovatta, un po’ di acqua nelle orecchie
giuraci, che arrivo a te.

La saggezza del sale

Si, lo amo
di quanto amore io sia capace
e dove sono incapace lascio sia lui ad amarmi
di quell’amore di cui è capace, e dove lui sia incapace
lascia sia io ad amarlo.

Si, ci amiamo
di quanto amore noi siamo capaci
e dove siamo incapaci non ce ne stiamo in attesa
ma a palmi in conchiglia ascoltiamo i precetti del mare
e alle labbra portiamo la saggezza del sale.

“Via del Bacio”

La via del bacio
sancisce prospettive inaspettate
di come pensammo i nostri gesti si incontrassero.
Perchè è facile individuare i caratteri delle labbra
temperatura rugiada intensità io e te le conosciamo
la pressione delle dita sulla storia di ogni giorno, anche.
Rispondemmo senza esitare a questa pietra incisa dal fulmine
“Via del bacio”… e ci venimmo incontro
di miele e stupore si svegliarono gli occhi
e gratificammo il cielo che ci aspettava.
Sappiamo che una via va bene per principianti e timorosi
perciò, Amore, conquistiamo di gioia e risate ogni merlatura
fino alla muraglia eretta dal futuro.