Da un letto di febbre
incollo ciglia al soffitto, nuvola fittizia
che sello per il mio sogno.
Stridono, le vene bruciano
nelle scintille di gambe asservite
a geometrie di binari
ormai pensati senza comandi di scambio.
Stridono, le vene urlano
mi spezzano le gambe in possibilità.
Uno sbaglio color fragola sul soffitto
non alba
non tramonto
semplice marmellata che sto facendo
nell’altrove, con noi.