Vesti le tue mani di natura
letargica
rigogliosa.
Ingiuriami la schiena
con gesti di foglie grinzose,
con le stesse volute
-d’addio ai rami-
riappacificami alla terra.
Inebriami la schiena
con gesti di petali vogliosi,
con lo stesso frinire
-di anelito al sole-
convergimi a te.
Divento manciata di atomi
spremuti nel liquido silenzio.
Divento labbra
schiuse nel tuo cingermi come ipnosi.
La tua spalla m’indovina il sorriso.