Soffiavamo come deserti
ciascuno per proprio conto
nei corpi a sedare arsure
con immagini di carezze.
Eravamo noi per noi ad affliggerci
rimpianti, penitenze ed elemosine d’amore
e credo sia stata una sola briciola, la stessa
ad averci raccattate le mani.
Tu hai messo la musica e io qualche verso
intorno a un papavero, per farlo meno effimero
ma il tempo dilava le istanze migliori
e io ti ho chiesto – in fondo, a me stessa-
quanta forza ci voglia a non fare dei petali il proprio omicidio
quanta cura ci voglia per metterli a dormire in una fiaba.
Ora ti chiedo – occhi chini sulle lacrime-
di stare con me sul palco e senza prove
nell’atto unico che è la fiducia.