Il collo assorto
è ingranaggio che non mi appartiene
che scardino dalla fissità di mani giunte, mani
che stanno e non fanno, mani abrase nella cellula dell’amore.
Ci vuole coraggio
anche a farsi traversare dall’impulso
che rinverdisce i muscoli
che rinsavisce lo stare in vita.
Ma sono pazza ed ebbra
come quella cicala che spunta dal letargo
e a novembre canta
poco sotto la luna.