Col petto che dilati per vestire la mia schiena
gira, di respiro, le parole arruffate.
Contano le pagine, i pigmenti che le solcano
noi sulla prua con le onde nelle iridi
circumnavighiamo il dolore del sale
che pure conserva e rimargina.
Narrami il mare, saprò farlo tornare indietro
e quelle lacrime per cui tu dici che da lui provengo
saranno rugiada sul mio seno.