Forse un’urna, avrei potuto scegliere
un’urna, di quelle che bussi e rintocca
l’eterno riposo.
Un barattolo sottile un vetro di luce
ho scelto uno di quelli in cui si conservano
le messi al calare della stagione.
Capelli unghie, li lascio alla rinfusa
quegli affetti che continuano a crescere
dopo che sei morta:
penso alle carezze sui capelli
elargite come altalene per cogliere la luna
penso che sotto le mie unghie annusavi la caparbietà.
Chiudo il barattolo
lo immergo nel sole a sobbollire i ricordi.
E quando sono pronta
che stai per dire di servirmi alla tua tavola
stringo un fiotto di luce e riduco in cenere
la grazia per cui ero ai tuoi occhi.