Bitume, in cielo.
So che è il cielo, me lo indicò qualche voce antica.
Le nuvole sono corpi dispersi
tra un giallo e un bianco, neoplasia della pace.
Che albero potrei essere
se i miei frutti sono questi
glabro di foglie e costretto a una bandiera
di stelle incredule, di strisce nel sangue.
Che albero mi hanno fatto diventare
strappandomi le vele perchè non ci sia altro viaggio
altro obiettivo oltre all’inferno,
non quello cantato nei libri
non lo spauracchio parlato da bocche sacre.
L’inferno che hanno inventato per me, questo mi stride le tempie.