Sentire la mia pelle farsi erba
e l’erba la mia carne, in questo peso sospeso
che scorro azzurra, tra filari di cielo e i tuoi capelli
appena innevati dagli anni.
Voci di clorofilla, labbra schiuse al latte
scontorniamo raggi e nuvole con sapienti limiti di dita.
Perchè tappare il vino rosso piegare la tovaglia
salire in auto, tornare? Anche se il viaggio fosse casa
indugiamo; sdraiati potremmo essere alberi.
Basta credere nelle nostre radici.