Si scuciono dalla mente
le parole su cui galleggiare in questa folta notte
di sanpietrini invece che di stelle
e di vento sulle labbra, invece dei tuoi baci.
Voglio scriverti, nel tempo di adagiarmi al sogno
quando perdo ogni decoro e mi sfilerei dal corpo
come tortuosa vena, pur di farmi ricomporre da quelle dita
che sapevo e ora stanno lontane da me.
Voglio scriverti, in ogni occasione perduta
nei secoli che non ricordiamo e in quelli che scapperanno;
voglio scriverti nella lingua delle lingue
un qualcosa fatto di pagine incolori e senza lettere
un qualcosa da lasciarti accanto a dove siederai
la costola del libro e tu che aspetti me
la costola mancante alla nostra casa.