Immagino su di te
lancette al contrario da questa notte appena iniziata
e io che mi lascio battezzare
dalla tua chioma albina
lucente, nel cielo muto.
Sulle tue guance rotonde manca uno spicchio di tempo
tempo che non avevo chiesto
di promesse mai mantenute, piccoli tagli cesarei
senza che la pancia fosse feconda.
Quanti giorni trafugati ai tuoi giorni
porzionati come fette di torta
da far sbranare alla mia bestia famelica
e chiavi, quante i tuoi crateri
dove la bestia riposa
fino alla prossima mattanza.
Ruggine, sul pelo di un cane
a passeggio da solo
ruggine sui latrati di chi vomita l’ultima cena
di chi gli si spegne la vita
ruggine forse su questi lampioni
luce che smorzo un passo dopo l’altro.
Melanconia, malinconia
chissà se significano la stessa cosa
mi chiedo, ma sulle spalle so che vestono uguale.
Poggiata alla macchina tutto profuma
qualsiasi proposito idea convinzione
è come osservare una madre che allatta.
Allora rimango, pure nelle gambe stanche e umide
a guardarti, potente stupore
in un azzurro a giorno.