Stilla d’infinito eravamo ieri,
raminga nella gola della notte.
Incredibile emozione
orgasmo sin nell’anima.
Mi ingoia la nebbia
amica degli amanti,
se mi ami, destati!
Respirami nell’alba.
Per magia d’un incanto
i piedi, infangati dal peccato
mi conducono lontano dal cuore mio.
Posso rinnegare la voce che scrive
ti amo,
l’iperbole del cuore
che dall’asfalto tracima in
una lettera d’amore;
ma fino a quando?
Perdutamente
è l’avverbio che più fa paura.
Riflessi di mare
sedimentano nei tuoi occhi chiusi.
Ricordati di me
il mio lascito sulle palpebre tue.
E respiro di te
naufraga sull’isola dei ricordi.
Fragranza di respiri
all’improvviso
m’acquietano il tremore sulle spalle.
Non ho paura d’amarti ancora.
Scende il silenzio, è amore
che fa sprofondare l’inquietudine
nel rapido oblio.
Dimmelo ancora
nel sogno d’un ricordo,
l’ebbrezza di sillabe
è un palloncino.
E tocco il cielo con un dito.
Brilla di più questa notte promessa
l’attraverserò con amore e coraggio.