L’oasi

Siamo attimi recitati dalla natura
dentro ad un cosmo recintato di muri.
Il sole mi tramonta addosso
mentre annaspo tra lenzuola di umori.
Scavo nel denso
con gomiti e gemiti
per trovare quell’imperfezione
in cui s’è impigliata l’anima.
Senza più cellule
sono una membrana strappata all’infinito
che nutri di piacere arrabbiato.
Sorvoli sul mio orgasmo
come un albatros mai sazio di migrare
per poi planare come un temporale
sull’oasi di pelvi appena acquietate.